Autore: Avv. Enrico Germano

Lo scorso 10 giugno 2022 è uscito un articolo sul sito web swissinfo.ch, che si è chinato sull’effetto delle sanzioni contro la Russia sui beni di lusso svizzeri1. Effetto più che prevedibile e che si sarebbe prima o poi avverato, dopo l’adeguamento della Svizzera alle sanzioni dell’Unione Europea contro la Federazione Russa, come scritto nel mio precedente articolo del 10 giugno 2022.


Ricordo che la corposa ed articolata Ordinanza federale che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina del 4 marzo 2022 (Stato 10 giugno 2022)2 stabilisce al suo art. 14b che “sono vietati la vendita, la fornitura, l’esportazione, il trasporto e il transito dei beni di lusso di cui all’allegato 18 a persone, imprese o organizzazioni nella Federazione Russa o per uso nella Federazione Russa”.

Tale allegato 18 dell’Ordinanza è molto dettagliato e variegato, comprendente le voci le più disparate, applicandosi ai beni di lusso di valore superiore a CHF 300.—per articolo e passando, in una lista che si vuole indicativa e non esaustiva, dal caviale ai tartufi, dalle preparazioni per zuppe, minestre o brodi ai vini spumanti o ad altri vini, dai profumi e acque per toeletta ai prodotti di bellezza o per il trucco alle preparazioni prebarba, da barba o dopobarba, dai bauli, valigie e valigette ai portafogli, dagli indumenti ai cappotti, giacconi, mantelli, dagli abiti o completi alle giacche, pantaloni e tailleur, dalle camicie a slip, mutande, pigiami, dai t-shirt ai maglioni, dalle tute
sportive ai guanti, dagli indumenti e accessori di abbigliamento per bambini piccoli ai reggiseno e busti, dai fazzoletti da naso e da taschino, dalle sciarpe alle cravatte, dalle calzature alle pantofole, dai cappelli ai pannolini per bebè, dai tappetti ai diamanti e alle pietre preziose, dall’argento all’oro, dai cucchiai, forchette, mestoli, palette da torta alle sciabole, spade, baionette e altre armi bianche, dal vasellame a altri lavori di ceramica, dagli specchi di vetro a lampade e apparecchi per l’illuminazione non elettrici, dai ventilatori da tavolo, da pavimento a frigoriferi a compressione e a mobili congelatori-conservatori, dai pesapersone ai pesabambini, dalle lavastoviglie di tipo familiare alle macchine e apparecchi per la stampa in offset per ufficio, dalle macchine per asciugare a quelle per cucire di tipo domestico, dagli aspirapolvere agli asciugacapelli, dai forni a microonde ai tostapane, dai pneumatici agli specchi retrovisori per veicoli e ai tergicristalli, dagl orologi da polso ai cinturini e braccialetti, ai pianoforti e altri strumenti musicali, dalle racchette da tennis, dalle palle da tennis ai pattini a rotelle, dalle canne da pesca alle carte da gioco.

Dalla disamina di tale lista, che si è voluto esporre succintamente a fini di trasparenza, non si può certo esimere di porsi più di un dubbio se per esempio le minestre o brodi, i pannolini per bebè, le mutande, le palette da torta e l’abbigliamento per bambini piccoli, i pesabambini, come pure i cucchiai e le forchette oppure i pattini a rotelle o le carte da gioco possano essere considerati beni di lusso e che il loro inserimento nella lista di prescrizione possa incidere sui provvedimenti messi in atto in relazione alla situazione in Ucraina.

Per quanto concerne i cittadini russi, che al momento in Svizzera sono ca. 16.500, l’ambasciata della Federazione Russa a Berna ha precisato che se venissero anche inclusi i doppi cittadini russi e svizzeri, allora in tal caso la cifra potrebbe quasi raddoppiare3 . Inoltre, i rivenditori svizzeri hanno anche dichiarato a swissinfo.ch che “il limite di 100’000 euro (ca. 105’000 franchi svizzeri) sui trasferimenti di denaro contante da parte di cittadine e cittadini russi, imposto dall’Unione Europea e ripreso anche dalla Svizzera, consente comunque di effettuare transazioni commerciali fino a tale importo”. Seguendo le sanzioni UE, le banche svizzere non possono più accettare depositi superiori a 100’000 euro da parte di cittadini russi non residenti in Svizzera4. Tra l’altro, lo scorso 7 giugno 2022, il Ministro dell’Economia Guy Parmelin, durante l’ora delle domande al Consiglio Nazionale, ha precisato che “allo stato attuale non è possibile misurare gli effetti delle sanzioni svizzere, ribadendo che lo scopo di tali sanzioni è quello di far cessare al più presto la guerra in atto e che se l’UE dovesse togliere tali sanzioni, la Svizzera lo farà pure5”.

Tra i cantoni in Svizzera, quello di Ginevra si è sin dall’inizio della guerra preoccupato per la sua economia. Un gruppo di lavoro che comprendeva i rappresentanti dei vari settori economici e la Consigliera di Stato Fabienne Fischer si era costituito a marzo 2022 per valutare e anticipare le conseguenze tenuto conto dell’importante piazza anche finanziaria, dalla quale ca. l’80% delle materie prime russe sono commercializzate6 . Qualche giorno fa, il 10 giugno 2022, il sito romando
24heures.ch faceva presente di come i porti franchi svizzeri, in particolare quelli ginevrini, noti per il deposito di merce non sdoganata in transito, fossero messi sotto pressione da parte dell’Ufficio federale della Dogana e della Sicurezza dei confini che ha iniziato a fare ispezioni nell’intento di appurare la provenienza della merce e se fosse collegata alle persone toccate dalle sanzioni in corso7 . Un fatto è certo che tali sanzioni stanno avendo ripercussioni crescenti e dirette sulle ditte svizzere ed il loro import-export, impossibilitate a poter commerciare come prima dell’inizio della guerra. Ma le conseguenze non sono solo per le ditte produttrici e fornitrici di beni di lusso svizzeri, ma anche – fatto meno noto – per il personale delle aziende sanzionate. La violazione del divieto viene severamente punita sia in base all’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina del 4 marzo 2022, che al suo art. 15 sancisce il blocco degli averi e delle risorse economiche, sia in base alla legge sugli embarghi del 22 marzo 2022, che prevede disposizioni penali con la detenzione fino a un anno o con la multa fino a CHF 500’000.–, prevedendo pure una detenzione fino a cinque anni nei casi gravi e potendo cumulare la pena privativa della libertà con una multa fino a 1 milione di franchi.

1 www.swissinfo, 10.06.2022, l’effetto delle sanzioni contro la Russia sul santuario del lusso svizzero
2 Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina del 4 marzo 2022 (Stato 10 giugno
2022), 946.231.176.172

3 www.swissinfo, 10.06.2022, l’effetto delle sanzioni contro la Russia sul santuario del lusso svizzero
4 www.swissinfo, 10.06.2022, l’effetto delle sanzioni contro la Russia sul santuario del lusso svizzero
5 www.Parlament.ch, ATS, 7 giugno 2022
6 Tribune de Genève, 10 mars 2022, Marc Bretton
7 www.24heures.ch, 10 giugno 2022, La traque des oligarques met la pression sur les ports francs, Lise Bailat