Autore: Avv. Enrico Germano
Sin da subito l’inizio della guerra perpetrata dal 24 febbraio 2022 dalla Federazione Russa in Ucraina, la Svizzera per il tramite del Consiglio Federale si era accodata alle sanzioni dell’Unione Europea contro la Federazione Russa. L’ordinanza federale che aveva istituito una serie di provvedimenti in relazione alla situazione venutasi a creare in Ucraina era stata poi aggiornata con l’Ordinanza del 4 marzo 2022, tuttora in vigore. Tale Ordinanza contiene i numerosi provvedimenti svizzeri e risulta giuridicamente vincolante1 . Tali provvedimenti sono tra i più disparati e toccano i più variegati settori, tra cui quelli relativi ai beni, ai divieti relativi all’importazione di determinati prodotti, ai provvedimenti finanziari e quelli che toccano anche il settore dei viaggi, ivi compreso quello del divieto di decollo e atterraggio per le compagnie russe.
Quello per esempio delle restrizioni sui viaggi hanno di riflesso toccato direttamente non solo i cosiddetti oligarchi o uomini politici, ma ogni cittadino russo ed anche europeo, che nulla ha a che vedere con la guerra in corso, e che si è trovato di fatto impossibilitato a viaggiare anche per motivi unicamente privati o famigliari. Una delle conseguenze dirette è stata quella dell’impossibilità pratica di recarsi in Russia o a condizioni proibitive, sia per i costi esorbitanti sia per i tempi e le tratte, obbligando i viaggiatori ad usare per esempio i voli in partenza da Belgrado per recarsi per via aerea a Mosca oppure, una volta atterrati dagli aeroporti europei con voli di linea a Tallinn in Estonia, di spostarsi con bus fino a San Pietroburgo e da lì in treno fino a Mosca.
Nelle ultime settimane, anche diversi politici svizzeri si sono posti la domanda, senz’altro legittima, se tali sanzioni abbiano sufficienti basi legali. Recentemente anche il Consigliere Nazionale Lorenzo Quadri aveva posto il rischio in una sua interpellanza di richieste di risarcimenti dalla persone toccate direttamente dalle sanzioni2.
Il tema è vasto, incerto e darà adito ad aspre conseguenze anche per la piazza finanziaria svizzera e per il flusso azzerato di turisti e di uomini d’affari russi che si recavano prima sul territorio elvetico. Nessuno è in misura di prevederne le conseguenze allo stato attuale, dipendendo da fattori di totale incertezza legati soprattutto alla durata e alla portata della guerra in corso, con scenari imprevedibili anche sul suo eventuale allargamento territoriale. Di fatto il cittadino medio in Svizzera sta già assistendo ad un deterioramento del suo potere di acquisto, con un aumento graduale dei prezzi di molti beni di consumo e di prima necessità. Ed è solo una prima conseguenza.
Lo stesso Consigliere Federale Guy Parmelin, attualmente a capo del Dipartimento federale dell’Economia, della Formazione e della Ricerca, si è trovato a dover rispondere lo scorso 7 giugno 2022 ad una serie di domande, tra cui quelle del capogruppo UDC Thomas Aeschi, sull’opportunità delle sanzioni contro la Federazione Russa, se il Consiglio federale si fosse fissato degli obiettivi e se gli stessi fossero stati raggiunti. Il Presidente del Centro, Gerhard Pfister, ha chiesto al ministro dell’economia Guy Parmelin se ci fossero stati casi di elusione delle sanzioni in vigore, alludendo all’oligarca russo Andrei Melnitchenko che avrebbe ceduto un trust cipriota a sua moglie3.
Ieri 9 giugno 2022, lo stesso Consiglio Nazionale ha approvato, con 136 voti contro 53, una revisione della Legge federale sugli embarghi, decidendo che il Consiglio Federale deve poter prendere o prolungare le sanzioni internazionali in maniera autonoma. Il Consiglio Nazionale ha però respinto due mozioni della Sinistra che richiedeva l’istituzione di una task force per far luce sugli averi degli oligarchi russi e belorussi in Svizzera. Secondo il sito della RTS – radiotelevisione svizzera – l’associazione svizzera delle banche avrebbe stimato a ca. CHF 200 miliardi il patrimonio degli oligarchi russi in Svizzera, ma la Svizzera ne avrebbe congelato solo ca. CHF 6 miliardi. Secondo la Sinistra, gli averi degli oligarchi devono essere reperiti e congelati, ma da parte sua il Ministro dell’Economia Guy Parmelin ha ricordato che sarebbe necessaria una modifica legislativa, che allo stato attuale non esiste4 . Di fatto si assiste ad uno scontro politico tra la Sinistra, che ritiene che la Svizzera non fa abbastanza per congelare i beni russi, e la Destra – PLR e UDC in particolare – che considera che la normativa elvetica comprende già gli strumenti per reperire tali fondi. Scontro politico che è in costante evoluzione, di pari passo con l’evoluzione della guerra in corso, non più solo di natura bellica e militare, ma anche economico-finanziaria, ideologica, propagandistica e da ultimo anche alimentare.
1 Sito www.admin.ch, comunicati stampa, 28 febbraio 2022
2 Sito www.ticinonews.ch, 11 maggio 2022
3 Sito www.lematin.ch, 7 giugno 2022
4 Sito www.Parlament.ch, e www.swissinfo.ch, 9 giugno 2022