Autore: Avv. Enrico Germano

Appare anomalo che malgrado il pacchetto di sanzioni dell’UE in vigore, alle quali anche la Svizzera si era accodata, e la guerra in corso in Ucraina, anche quest’anno il Forum economico di San Pietroburgo – il cosiddetto SPIEF, il quale ha raggiunto quest’anno la sua 25 esima edizione – abbia avuto luogo da mercoledì 15 giugno a sabato 18 giugno 2022, seppur in toni molto minori se confrontato con gli ultimi anni, dove aveva raggiunto la nomea e l’appellativo di Davos russa.

Forum che negli anni era cresciuto notevolmente sia in visibilità che in numero e spessore dei partecipanti. Il sito della testata giornalistica, che si occupa anche di economia e finanza www.tag43.it ricorda che nel 2013 partecipò la premier tedesca Angela Merkel, nel 2016 il premier italiano Matteo Renzi, nel 2017 il premier indiano Narendra Modi, nel 2018 il premier francese Emmanuel Macron e nel 2019 il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e il presidente cinese Xi Jimping. Al culmine della sua notorietà, prima del Covid, nel 2019 parteciparono 19 mila delegati in rappresentanza di 145 paesi. Nel 2021, malgrado il periodo Covid, erano presenti ca. 13.500 delegati in provenienza di 141 nazioni 1.

Tale Forum, definito dal giornale la Repubblica “l’annuale vetrina della Federazione Russa per gli investitori stranieri”2 , ha avuto luogo quest’anno con la partecipazione di molti paesi cosiddetti amici della Russia – Bielorussia, Kazakistan, Armenia, Birmania, Afghanistan, Venezuela – e nell’ultimo giorno il premier cinese e anche il premier egiziano Al Sisi si sono collegati in videoconferenza.

Non erano pertanto presenti nessuno dei paesi appartenenti al blocco occidentale, ma nell’ambito di una particolare sessione “Investitori occidentali in Russia. Nuova realtà”, hanno partecipato il direttore della Confindustria italiana in Russia Alfredo Gozzi, il Presidente della Camera di Commercio Italo-Russa Vincenzo Trani, ed i loro omologhi francesi e americani Emmanuel Quidet e Robert Agee. Pecunia non olet, il denaro non ha odore. La citazione latina, attribuita all’imperatore Vespasiano nel primo secolo dopo Cristo, rimane di attualità, malgrado la guerra in corso in Ucraina e le sanzioni in vigore.

Sul giornale La Repubblica del 17 giugno 20223 , il rappresentante della Camera di Commercio ItaloRussa, forse parafrasando Vespasiano, ha precisato: “il business è business, ma non sosteniamo gli eventi di febbraio. Il business non può mischiarsi con la politica”. Da parte sua, La Repubblica ha anche menzionato che l’americano Agee avrebbe contestato il ritiro dalla Federazione Russa dei grandi marchi, dichiarando che solo l’11% delle aziende americane avrebbe abbandonato il mercato russo 4 . Dati da verificare, ma una cosa è certa è la dicotomia delle parole ai fatti di certi paesi del G7, mentre in Svizzera sempre più imprese subiscono le ripercussioni delle sanzioni volute dall’UE e recepite dal Consiglio Federale.

Ho avuto modo di disaminare, per scrupolo professionale ed anche per curiosità, i corposi volantini sui programmi previsti giorno per giorno5 durante la Davos Russa, con interventi e dibattiti a centinaia, sui temi i più variegati, che toccano tutti i settori economici e finanziari. Nel suo intervento di venerdì 17 giugno 2022, Vladimir Putin si è espresso al Forum ribadendo le proprie accuse all’UE e agli USA e di cui i principali quotidiani internazionali hanno ripreso nelle loro rispettive edizioni del 18 giugno 2022, di cui riprendo solo quelle in lingua italiana: “Gli USA pensano di essere l’unico centro del mondo. L’Occidente mina intenzionalmente le fondamenta internazionali in nome delle loro illusioni geopolitiche” ed inoltre. “L’era dell’ordine mondiale unipolare è finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo” ed ancora: “Le sanzioni contro la Russia sono folli e sconsiderate, il loro scopo è schiacciare l’economia della Federazione Russa ma non hanno funzionato”. Un ulteriore dichiarazione di Putin resa in sede di Forum non va assolutamente sottovalutata e dovrebbe farci riflettere seriamente quando egli ha detto che” l’attuale situazione in Europa porterà ad un ondata di radicalismo ed in prospettiva un cambiamento di élite”6.

Speriamo che spiragli concreti di negoziazioni tra la Russia e l’Ucraina, con il ruolo attivo dell’Unione Europea e degli USA ed anche della Cina, si riattivino nell’intento di raggiungere una pace duratura, anche a costo che l’Ucraina perda una fetta del suo territorio, che oramai appare ineluttabile, ma i segnali di pace non sono confortanti. La visita dei 3 grandi d’Europa, Italia, Francia e Germania in Ucraina lo scorso 16 giugno 2022 sembrava fosse finalizzata a spingere Zelensky a sedersi al tavolo delle trattative, ma abbiamo assistito solo ad un assist all’Ucraina per promuovere il suo status di candidato, che poi la stessa Commissione europea ha confermato, con un intervento della Presidente Von Der Leyen a Bruxelles il 17 giugno 2022, vestita in quella occasione con i colori giallo e blu dell’Ucraina. Non dimentichiamoci però che l’adesione vera e propria prenderà verosimilmente decenni, dovendo essere adempiuti molteplici criteri molto severi e selettivi, tra cui sugli indici di corruzione che diversi paesi scandinavi hanno sollevato, e si è voluto lanciare un segnale politico nel frattempo.

1 www.tag43, economia e finanza, Al via lo SPIEF, la Davos russa di San Pietroburgo diventata radioattiva
2 La Repubblica, 15 giugno 2022
3 La Repubblica, 17 giugno 2022
4 La Repubblica, 17 giugno 2022
5 https://forumspb1.mirror.rcmedia.ru/

6 Corriere della Sera, 18 giugno 2022; La Repubblica, 18 giugno 2022; IlSole24Ore, 18 giugno 2022