Autore: Avv. Enrico Germano

A livello svizzero, negli ultimi cinque anni il numero dei frontalieri è cresciuto del 17,3%, passando da 311.000 unità nel primo trimestre 2017 a 365.000 nel primo trimestre 2022, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, lavorando soprattutto nei cantoni di frontiera quali Ginevra, Vaud, Neuchâtel, Giura, Basilea-Città, Basilea-Campagna e Ticino. Nel secondo semestre del 2022 è stata raggiunta la cifra record di 75.795 persone con permesso G in Ticino (che ha una popolazione di circa 353.000 abitanti) con un aumento del 3,4% rispetto al 20211.

Si rammenta che vengono considerati frontalieri “coloro che hanno un impiego o esercitano un’attività indipendente in un paese membro dell’Unione Europea (UE) o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e che risiedono in un altro paese membro nel quale di norma rientrano quotidianamente o almeno una volta alla settimana2. Per poter lavorare in Svizzera come frontaliere è necessario uno speciale permesso UE/AELS, il frontaliere deve disporre di un permesso di soggiorno permanente in uno dei paesi confinanti con la Svizzera ed abitare da almeno 6 mesi nella rispettiva zona di frontiera3.

Da un articolo apparso sul quotidiano finanziario italiano il Sole24ore dello scorso lunedì 22 agosto 20224, emerge che la Guardia di Finanza di Como ha iniziato delle investigazioni sui frontalieri che risultano semplici lavoratori dipendenti italiani di società svizzere, ma nei fatti risultano esserne i proprietari. L’ipotesi della Guardia di Finanza italiana è che in determinati casi sia stata aggirata la tassazione “attraverso architetture societarie che farebbero apparire come subordinato – e dunque assoggettato al più conveniente regime fiscale dei dipendenti in Svizzera – chi in realtà è un amministratore con reddito da tassare in Italia”.

Da quanto emerge dagli accertamenti in corso, essi riguardano solo i frontalieri con domicilio fiscale nei comuni limitrofi al confine della Svizzera, i quali sono contemporaneamente titolari di quote e lavoratori dipendenti delle società svizzere. Tale lista dei comuni italiani di frontiera (delle province lombarde di Como, Varese, Lecco e piemontese di Verbano Cusio Ossola) è stata stillata in virtù dell’Accordo tra la Svizzera e l’Italia relativa all’imposizione dei lavoratori frontalieri concluso il 3 ottobre 19745. Si tratta dei frontalieri, che pur mantenendo la residenza in Italia in uno dei comuni della lista dei comuni italiani di frontiera appartenenti alle quattro province indicate, prestano la propria attività lavorativa in qualità di dipendente/subordinato in via esclusiva e continuativa, per conto di un datore di lavoro estero, nel caso specifico svizzero6.

Il vantaggio fiscale ed economico con questa sistema non sarebbe indifferente, in quanto il frontaliere non subirebbe alcuna tassazione in Italia, mentre in Svizzera sarebbe imposto con una tassazione quale lavoro dipendente, senz’altro molto più bassa e più favorevole di quella italiana, evitando di dichiarare in Italia compensi in qualità di amministratore della società pari al 30% circa di ritenuta a titolo d’imposta e di fatto sfruttando a proprio vantaggio la Convenzione tra l’Italia e la Svizzera sul divieto della doppia imposizione fiscale7.

1 https://www.cdt.ch/news/ticino/superati-i-75-mila-frontalieri-in-ticino-290023

2 https://www.arbeit.swiss/secoalv/it/home/menue/stellensuchende/berufliche-mobilitaet-in-der-eu-efta—eures/grenzgaenger-innen.html

3 https://www.arbeit.swiss/secoalv/it/home/menue/stellensuchende/berufliche-mobilitaet-in-der-eu-efta—eures/grenzgaenger-innen.html

4 IlSole24ore del 22 agosto 2022, pag. 4

5 Lista dei Comuni italiani di frontiera, Ufficio delle imposte alla fonte e del bollo, Bellinzona

6 IlSole24ore del 22 agosto 2022, pag. 4

7 IlSole24ore del 22 agosto 2022, pag. 4