Autore: Avv. Enrico Germano

Ai sensi dell’art. 30 del Codice penale Svizzero (di seguito CP), “se è un reato è punibile solo a querela di parte, chiunque ne è stato leso può chiedere che l’autore sia punito”. Occorre però ricordare che il diritto di querela si estingue in tre mesi e il termine decorre dal giorno in cui l’avente diritto ha conosciuto l’identità dell’autore del reato, ai sensi dell’art. 31 CP.

In tal senso l’art. 301 del Codice di diritto processuale penale svizzero (di seguito CPP) rammenta che ognuno ha il diritto di denunciare per iscritto o oralmente un reato a un’autorità di perseguimento penale, ovvero presso gli uffici della polizia o presso il Ministero Pubblico.

Bisogna preliminarmente differenziare i reati gravi da quelli cosiddetti lievi. I reati gravi sono quelli che vengono perseguiti d’ufficio dalle autorità, non appena ne vengono a conoscenza, anche se non viene fatta alcuna denuncia o querela da parte della vittima.

Tra i reati lievi, ovvero i reati per i quali le autorità intervengono solo dopo la querela di parte, ritroviamo le lesioni semplici (art. 123 CP), le lesioni colpose (art. 125 CP) o le vie di fatto (art. 126 CP) che appartengono ai reati contro la vita e l’integrità della persona. Ritroviamo tra i reati contro il patrimonio l’appropriazione semplice (art. 137 CP), l’appropriazione indebita (art. 138 CP), il furto (art. 139 CP), la truffa (art. 146 CP) e l’amministrazione infedele (art. 158 CP), ma tali reati vengono puniti a querela di parte solo se sono stati commessi a danno di un congiunto o di un membro della comunione domestica. Al di fuori della cerchia familiare, tali reati contro il patrimonio sono perseguiti d’ufficio.

Esistono altri reati a querela di parte che appartengono ai delitti contro l’onore e la sfera personale riservata. La diffamazione (art. 173 CP), la calunnia (art. 174 CP), e l’ingiuria (art. 177 CP) sono i più noti. Sempre tra i reati a querela di parte e che vengono definiti crimini o delitti contro la libertà personale ritroviamo il reato di minaccia (art. 180 CP) e di violazione di domicilio (art. 186 CP). Tra i reati a querela di parte contro l’integrità sessuale ritroviamo l’esibizionismo (art. 194 CP) e le molestie sessuali (art. 198 CP) ed infine tra i reati a querela di parte contro la famiglia, ci sono la trascuranza degli obblighi di mantenimento (art. 217 CP) e la sottrazione di minore (art. 220 CP). La lista non è esaustiva ma contempla i reati più conosciuti.

Di solito, siccome la qualifica giuridica dei fatti incombe alle autorità di perseguimento penale, il querelante, oltre a dichiarare la sua incondizionata volontà di procedere contro il querelato, è tenuto semplicemente a esporre in maniera sufficiente lo svolgimento dei fatti, senza obbligo di qualificare il reato, né di fornire ulteriori informazioni1. Il querelante si costituisce in accusatore privato ai sensi dell’art. 119 cpv. 2 lett. a CPP, chiedendo il perseguimento e la condanna del responsabile del reato, ed ai sensi dell’art. 119 cpv. 2 lett. b CPP, facendo valere in via adesiva le sue pretese di diritto privato desunte dal reato. È accusatore privato il danneggiato che dichiara espressamente di partecipare al procedimento penale con un’azione penale o civile (art. 118 CPP).

Si rammenta però che giusta l’art. 303 cifra 1 cpv. 1 CP, chiunque denuncia all’autorità come colpevole di un crimine o di un delitto una persona che egli sa innocente, per provocare contro di essa un procedimento penale, è punito con una pena detentiva o pecuniaria. Dal profilo oggettivo la realizzazione del reato presuppone che una persona innocente venga denunciata all’autorità quale autrice di un crimine o di un delitto2. Dal profilo soggettivo, il reato di denuncia mendace presuppone intenzionalità. Il denunciante, oltre ad essere a conoscenza della punibilità penale dei fatti da lui addebitati al denunciato, deve sapere che l’accusa da lui formulata è falsa: poco importa se questa consapevolezza di falsità verte sulla commissione del reato in quanto tale o sull’identità dell’autore del reato, o su entrambi. Il dolo eventuale non è sufficiente3 Per “Innocente” ai sensi dell’art. 303 CP la giurisprudenza ha stabilito che si tratta della persona che non ha commesso l’atto penalmente perseguito. È tale anche la persona nei cui confronti è stata emanata una sentenza di assoluzione passata in giudicato o il cui procedimento penale è sfociato in una decisione di archiviazione (decreto d’abbandono o di non luogo a procedere)4.

1 Decisione della Corte di appello e di revisione penale del Canton Ticino (di seguito CARP) del 26.11.2015, inc. 17.2015.70 e 17.2015.183, pag. 7, cifra 11a

2 CARP 8.06.2016, cifra 8, inc. 17.2015.214

3 CARP 8.06.2016, cifra 8, inc. 17.2015.214

4 CARP 8.06.2016, cifra 8, inc. 17.2015.214