Autore: Avv. Enrico Germano

La legge federale di complemento del Codice civile svizzero (Libro quinto: Diritto delle obbligazioni, di seguito CO) prevede che “gli amministratori e tutti coloro che si occupano della gestione o della liquidazione sono responsabili sia verso la società sia verso i singoli azionisti e creditori della stessa, del danno loro cagionato mediante la violazione intenzionale o dovuta a negligenza, dei doveri loro incombenti”. 

Il Tribunale federale ha recentemente stabilito che un padre condannato a 18 anni di carcere per aver picchiato ed anche abusato per diversi anni dei propri figli non potrà ricevere le loro fotografie durante il periodo della sua detenzione. La vicenda era partita dal mese di agosto 2019, dove la direzione del penitenziario nel quale era detenuto il padre lo aveva informato che le lettere a lui indirizzate da sua madre e da suo fratello, contenenti numerose fotografie dei propri figli, erano state sequestrate e che le stesse gli sarebbero state trasmesse solo previo consenso esplicito dei figli e del loro tutore.

Il padre era stato condannato a 18 anni di reclusione per lesioni personali semplici qualificate, aggressione qualificata, messa in pericolo della vita altrui, minacce qualificate, atti sessuali con minori, coercizione sessuale aggravata, stupro aggravato, tentato stupro aggravato, pornografia, incesto, complicità in incesto e violazione del dovere di assistenza o di educazione (sentenza del Tribunale distrettuale di Broye e Nord vaudois del 29 marzo 2018). 

Il Tribunale federale ha considerato che la garanzia della libertà personale (art. 10 cpv. 2 della Costituzione svizzera) e il diritto al rispetto della vita privata e familiare (artt. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e 13 della Costituzione svizzera) consentono certamente ai detenuti di mantenere i contatti con i membri della propria famiglia, nei limiti imposti dalla misura di costrizione imposta loro e dal particolare rapporto di soggezione che li lega allo Stato, ma che in conformità con i requisiti dell’art. 36 della Costituzione svizzera, le restrizioni a tali diritti devono avere una base giuridica – materiale nel caso della corrispondenza e non devono andare oltre quanto necessario ai fini della detenzione e del funzionamento della struttura detentiva. 

Il principio di proporzionalità, sancito in termini generali dalla disposizione citata, richiede che ogni violazione di tali diritti sia soggetta a un bilanciamento di interessi in cui l’autorità deve tenere conto di tutte le circostanze, in particolare dello scopo della detenzione, delle esigenze di sicurezza del carcere, della durata della detenzione e della situazione personale del detenuto. 

Ai sensi dell’art. 84 del Codice Penale svizzero (CP), i detenuti hanno il diritto di ricevere visite e di mantenere rapporti con l’esterno; i rapporti con amici e parenti devono essere incoraggiati. I rapporti possono essere supervisionati; possono essere limitati o vietati per motivi di ordine e sicurezza dell’istituto; la supervisione delle visite non è consentita se le persone interessate non sono informate.

Il tribunale cantonale aveva considerato che l’autorità esecutiva doveva adottare tutte le misure appropriate per proteggere la personalità delle vittime quando constata che gli atti sono suscettibili di danneggiarla. A questo proposito, l’estrema gravità degli atti commessi dal ricorrente contro la maggior parte dei suoi figli e il trauma che ne è derivato hanno giustificato una maggiore protezione dei bambini. L’interesse dei bambini a garantire che le loro fotografie non cadano nelle mani del loro torturatore – a meno che essi o i loro rappresentanti legali non diano il loro esplicito consenso – ha chiaramente prevalso sull’interesse del ricorrente a poter disporre liberamente delle fotografie dei suoi figli. Ai sensi dell’art. 28 del Codice civile svizzero (CC), il ricorrente non poteva continuare a possedere le fotografie che lui e la moglie avevano scattato ai figli senza il loro consenso o quello dei loro rappresentanti legali. Era in gioco la protezione della personalità dei bambini, in particolare il rispetto della loro privacy.

La massima autorità giudiziaria elvetica ha stabilito che i limiti posti al diritto di un detenuto di ricevere da terze persone fotografie dei propri figli si basano sulle ragioni della condanna penale del detenuto. Nella misura in cui i bambini sono vittime dirette di reati gravi, può essere necessario adottare misure per proteggere i loro diritti e le loro libertà, come appunto il sequestro delle fotografie che ritraggono i propri figli.

1 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023

2 La Regione, 4 maggio 2023, Ticinonews 4 ,aggio 2023

3 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023

4 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023, consid. 2.1; DTF 145 I 318, par. 2.1 e riferimenti

5 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023, consid. 3.2.3

6 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023, consid. 4.1

7 ATF 6B_1206/2023 du 30 mars 2023, consid. 5.1